Happy new (F)(Y)ear.

Ultimamente lascio il vecchio anno sempre con la stessa amarezza, con lo stesso risentimento. C'era un periodo che amavo i salvagenti e pensavo che la mia donna ideale avesse quella forma, con il buco nel centro e le corde intorno, per aggrapparmi appena andavo giù, appena varcavo la soglia del bitume, della burocrazia e dei miei esaurimenti nervosi. Poi ho iniziato a capire che non esistevano donne o esseri umani in genere di quella forma, che invece sono un po' come gli scogli in mezzo al mare. Qualche volta ti salvano, ti fanno salire su, se sei bravo ti puoi anche tuffare e riposare, ma molto spesso fanno male, ti aggrappi pensando di fare il movimento giusto e ti tagli l'alluce, oppure la pianta intera, ed il sangue inizia ad uscire appena dopo. Non nello stesso istante. Appena dopo. Le persone sono così come uno scoglio: immobili nelle loro esistenze, si lasciano distruggere o levigare dalle acque, lontani dalla Storia, post-moderni, qualsiasi cosa li travolge o li sommerge completamente, tra di loro vivono strani animali, qualche volta trovano riposo i pesci piccoli. Non è sempre così comunque, gli scogli trovano anche la pace estiva, quella delle sei del mattino, e magari in cima sono anche asciutti e ci si può arrivare a piedi per l'acqua bassa. Quando si alza la marea però torna il problema che ti assale di colpo, quando siamo al limite della sopportazione, della resistenza, quando abbiamo bisogno dell'appiglio e forzatamente ti butti alla cieca, sperando che non ti lascino affogare, che non ti facciano del male, come qualche volta accade. Gli scogli sembrano resistenti, grandi, sembrano picchi di una montagna che viene su dal mare, ed invece sono fragili, polvere rispetto all'immensità delle tenebre liquide. Gli scogli sono spesso nostri sogni ed aspettative, ma in realtà sono piccoli ed insignificanti. Soli.
Ci si sente sopraffatti qualche volta, si ha la gamba sanguinante ferita a menzogne, un colpo infetto a cui preferiresti la morte. E non c'è mare. Non ci sono scogli né pesci che riposano nella calma mattutina dopo l'alba. A stento il dipanarsi delle strade inutili, quelle troppo trafficate, i clacson del sabato sera che mi stordiscono, gli idrocarburi incombusti, libri ancora intonsi, le bandiere scioviniste del Partito, le offerte vuote dei supermercati, il buon Governo.
"Happy new Fear", pardon, year..

Commenti

  1. Mai stato a Mont San Michel? Una sicura fortezza dall'atmosfera mistica riscaldata dal suono di arpe e violini suonati da signorine in tailleur, di stanza in stanza, mentre passeggi.
    Non ti affascinano le isole? Cosi lontane laggiù, in mezzo al mare, mondi a parte, che sembra quasi che sia solo la terra a permettere il contatto. Il mare, lui no.

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  2. Non ci sono stato, Irene, ma sto prendendo nota. Chissà se non ci sarà la possibilità, prima o poi.

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  3. Che bella la similitiduine dell'alta marea, ho pensato anche io ad un'isolotta, minuscolo... di fronte una spiaggia di pula. Sopra c'è lo scheletro di una chiesa sconsacrata. Ci arrivavo in canoa, il premio era la terra sotto i piedi dopo il buio pesto delle acque sotto il sedere. Un bel premio per la mente e per il corpo. Buon anno :)

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  4. Amari e profondi questi tuoi pensieri,come l'acqua del mare, appunto. Ci avrai fatto caso,però, che a volte gli scogli sono rivestiti dal muschio verde e soffice che può dare refrigerio anche ad una piccola ferita.
    Grazie della visita e di esserti aggiunto ai miei amici.
    Cristiana

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  5. Come sempre, Cristina, la speranza è sempre l'ultima a morire, come il muschio verde degli scogli che resiste alla salsedine.

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  6. buon anno, certo sono in ritardo, rispetto al tuo post ma la prima rispetto al nuovo anno, che per me parte sempre da dopo l'estate...
    sei proprio bravo nello scrivere.Io no.
    la tua metafora con gli scogli, il mare etc è notevole.grazie di aver ripreso a scrivere.
    S.

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