stream of consciousness (II)

Ed ora copriremo le nostre nuove distanze con qualche plaid a scacchi, come quello vecchio che avevi tu dal verde poco vivo, dal blu incerto e dal rosso sporco. Non devono sentire freddo. Copriremo questi chilometri per proteggere le nostre mani vuote, per avere un alibi. Se piangi poi ti si gela il volto. Se piangi diventi un fiume in piena in cui annegare. Non c'è maglione sformato che tenga per la brina dell'anima. La televisione per fortuna non funziona più, i libri non letti, e i letti sfatti. Vedrai che tornerà un caldo nuovo lontano da qui. E i nostri occhi non correranno più verso le americhe, verso il nuovo mondo. Non c'è più niente da scoprire: ognuno vive dei propri piccoli sogni traditi, in luoghi lontani ed indifferenti fatti di silenzio, di modernità che burla sé stessa e di monolocali sfitti. Non posso più chiedere al tempo di fermarsi, alla tua pazienza un patto di non belligeranza. Quando sentirò ancora parlare di te sarà tardi per tutto. E troverò scorciatoie. Troverò una condizione nuova per vie di fuga intelligenti, per uscite di sicurezza, per mettermi al riparo dalla contraerea di un 'ciao come stai?' ipocrita, e per fuggire una volta per tutte
da me

Commenti

  1. Sei un poeta, non c'è che dire e ciò che esterni è come un pugno nello stomaco.
    Cristiana

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  2. Sono bellissime parole che nascondono un qualche dolore che spero lontano.

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  3. Kylie, "vivo malgrado me stesso", direbbe Battiato.

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  4. Ciao, grazie per la visita! Bello il tuo blog. Sì Anceschi è uno dei miei maestri.

    Alessandra

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