Il fallimento di una generazione.
[cit.] "Una cosa sono state le brigate rosse con le loro azioni ed il loro credo rivoluzionario, altra cosa è il dovere di adoperarsi per concludere la vicenda della nostra sconfitta con un po' di dignità. Il pregio delle Rivoluzioni mancate è quello di non avere il difetto delle Rivoluzioni riuscite. In qualche modo tutte le rivoluzioni riuscite hanno tradito le loro promesse, mentre quelle mancate possono tradire solo le analisi che le hanno mosse, una colpa che tutto sommato mi sembra meno grave. D'altra parte la generosità con cui una fetta della mia generazione si è gettata nella rischiosa avventura politico-ideologica rappresenta il valore positivo che a un certo punto dovrà esserci riconosciuto. Voglio dirlo senza pudore, io oggi ho una grande pietas nei confronti di me stesso e della mia generazione sconfitta che nasce dalla constatazione che a me e alla mia generazione non è stato lasciato nessuno spazio per vivere quell'immaginario che portavamo con noi al momento del nostro ingresso nella società. Non abbiamo potuto vivere nel modo in cui ci sarebbe piaciuto perché la generazione precedente ha brutalmente bloccato il nostro cammino chiedendoci di sacrificare la nostra differenza o morire. Così alcuni sono morti con le armi in pugno, molti con l'eroina nelle vene, la maggioranza è vissuta ammazzando dentro di sé il suo desiderio di mutamento. In carcere ho ricevuto moltissime lettere dei miei coetanei che riflettono su se stessi con infinita amarezza proprio per la presa di coscienza della loro globale sconfitta generazionale che nessun successo individuale è sufficiente a riscattare."
Nanni Moretti, Il fallimento di una generazione, da "La seconda volta".
Nanni Moretti, Il fallimento di una generazione, da "La seconda volta".
"La mia generazione ha visto
RispondiEliminale strade, le piazze gremite
di gente appassionata
sicura di ridare un senso alla propria vita
ma ormai son tutte cose del secolo scorso
la mia generazione ha perso.
Non mi piace la troppa informazione
odio anche i giornali e la televisione
la cultura per le masse è un'idiozia
la fila coi panini davanti ai musei
mi fa malinconia.
E la tecnologia ci porterà lontano
ma non c'è più nessuno che sappia l'italiano
c'è di buono che la scuola
si aggiorna con urgenza
e con tutti i nuovi quiz
ci garantisce l'ignoranza.
Non mi piace nessuna ideologia
non faccio neanche il tifo per la democrazia
di gente che ha da dire ce n'è tanta
la qualità non è richiesta
è il numero che conta.
E anche il mio paese mi piace sempre meno
non credo più all'ingegno del popolo italiano
dove ogni intellettuale fa opinione
ma se lo guardi bene
è il solito coglione.
Ma forse sono io che faccio parte
di una razza
in estinzione."
Non c'è spazio per nessun successo individuale nemmeno per chi come me ha una voglia matta di lavorare crescere e arrivare in alto. Non c'è posto ne diritto ne riconoscimento ne futuro per quelli come me, in questo paese. E con un po' di presunzione dico che se non ce n'è per quelli come me, non può essercene per nessuno.
Non solo la tua generazione ha perso, Gaber.
Un abbraccio, Ire
Credo che nessuna generazione abbia dato il meglio di se. Le più contemporanei meno delle altre. Accartocciate su stesse, falene impazzite che forse non trovano pace nemmeno al buio.
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RispondiEliminaDa dove è tratto il passo che legge? Grazie
RispondiEliminaIl film "La seconda volta" (regia di M. Calopresti, 1995), da cui è tratto questo brano che, nel film, è recitato da Nanni Moretti, è a sua volta ispirato al libro "Colpo alla nuca" della vittima di terrorismo, Bruno Lenci. Chiudono il libro le lettere che si sono scritti la vittima e la terrorista di Prima Linea, Giulia Borelli, all'epoca in carcere. Immagino che le parole di questo monologo siano prese dalle lettere o, almeno, ispirate ad esse.
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