Sul sonno di Alessio e le "vittorie di misura".
Alessio era un insonne cronico. Di
quelli che passavano svegli la notte a pensare di dover dormire. Mica si
distraeva, lui.. fissava la parete di fronte e si domandava cosa
dovesse fare per riposare serenamente o, nei casi peggiori, che colpa
arcana dovesse espiare per la sua condizione. Era tra quelli così
occupati a pensare di dormire, che non potevano dormire veramente.
Fino ad allora aveva vissuto l'insonnia come un fattore debilitante,
a tratti anche umiliante. Ripensarla concettualmente fu utile per
renderla un'arma, un gladio e per giudicare il mondo. Un giorno se ne
convinse ed era un sabato mattina. Buttava annoiato lo sguardo fuori
dalla finestra e appena sotto non si muoveva anima viva; l''occhio
arrivava lontano, niente osava muoversi. Il Mondo appena un palmo
lontano dal suo naso era fermo in stand by pronto a riattivarsi per
una nuova giornata frenetica che avrebbe preannunciato la sera con i
suoi prismi: le pizzerie stracolme, le file ai fast food, le stragi
del sabato sera, l'amore consumato male. Il Mondo era un enorme zoo,
bastava muoversi un po' per farsene un'idea e per guardare lo
spettacolo imbarazzante delle gabbie e della cattività. Sbuffava
fumo come alibi e ripensava al suo lunedì seminariale ad ascoltare
Estetica Analitica. Era lì seduto cercando di seguire, poi di colpo
il buio, l'oblio per due lunghissimi minuti che per uno come Alessio
devono proprio essere sembrate due ore almeno. Di colpo torna in sé,
riapre gli occhi, come se nulla fosse, riposato, rinvigorito, pronto
per terminare la lezione e per far suoi i concetti, pronto per
attendere l'ennesima notte con gli occhi spalancati dal buio; ed
ancora nel filobus tratta circolare cercando di capire cosa una
pensionata stesse dicendo alla sua amica riguardo un programma visto
la sera prima. Anche lì di colpo l'Oblio.
Una serie di buchi anno dopo anno
riempivano quelle giornate, i primi periodi accadeva raramente, poi
sempre più di frequente. Un giorno, come epifania, il rovescio della
medaglia. “E se utilizzassi questo mio handicap per giudicare il
mondo?” - d'altronde se cadeva in quello stato infelice, qualcosa
doveva pur scatenarglielo quel crollo. Da quel giorno, da quando si
pose il problema, si rese conto che il mondo era un enorme teatro
dove molto spesso gli attori recitavano parti terribilmente noiose e
solo a tratti drammatiche. Alessio reggeva il tempo di un monologo,
di un assolo strumentale, poi crollava, staccava la spina. Cercava
gli acuti in giornate dove predominavano i vuoti e le ore di assoluto
stress emotivo dovuto ad una generale assenza di cambiamento, di
tensione per qualcosa di nuovo. Era “il nuovo” ciò che avrebbe
tanto desiderato. Ma le giornate trascorrevano sempre uguali, si
moltiplicavano le ore di lavoro non pagate, poi il lavoro di colpo
scomparve e così un amico dopo l'altro ognuno per un motivo
particolare. Di una donna nemmeno l'ombra, solo l'eco della
televisione a fare compagnia che rimava con un vuoto assordante,
disarmante.
Rimase lì seduto a guardare fuori dalla finestra, Alessio. Poi di colpo si addormentò. Cadde con le palpebre impastate dai primi raggi solari e oniricamente danzò estasiato da quei minuti che diventarono ore e poi giorni di sonno continuo. La noia ebbe la meglio su tutto. Quando comprese finalmente di addormentarsi sistematicamente di fronte l'Orrore quotidiano, non si riprese più. Semplicemente, dormì.
Rimase lì seduto a guardare fuori dalla finestra, Alessio. Poi di colpo si addormentò. Cadde con le palpebre impastate dai primi raggi solari e oniricamente danzò estasiato da quei minuti che diventarono ore e poi giorni di sonno continuo. La noia ebbe la meglio su tutto. Quando comprese finalmente di addormentarsi sistematicamente di fronte l'Orrore quotidiano, non si riprese più. Semplicemente, dormì.
Non sappiamo ancora quanto serenamente
ma da quando ha chiuso gli occhi con consapevolezza maggiore lui è
ancora lì, immobile, questa volta vinto solo dal sonno.
Alessio 1 Mondo 0.
Grande risorsa il sonno, per combattere il mondo, la sua noia e la falsità.
RispondiEliminaCiao, sempre bello leggerti.
Lara
ridare dignità conoscitiva al Sonno e al Sogno parimenti la veglia.
EliminaE' il risveglio. 364 giorni tutti uguali, dritti filati indistinti. E poi il 365esimo senza nessun preavviso al momento del risveglio, ti alzi ed ecco, merito di una buona nottata di sonno riparatore, ecco che lo sai: è oggi il gran giorno. Oggi faccio il colpo di testa e cambio tutta la mia vita. Mi è successo poco tempo fa, succede a tutti, prima o poi, più o meno spesso.
RispondiEliminaE spero che il colpo di testa sia servito per il gol del meritato vantaggio.
EliminaG.
Sicuro Guido, sicuro! :)
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