Posso essere uno stupido felice.

Ho venduto le parole che avevo per un qualcosa che pensavo avesse la forma di questo cuore, per delle scuse coperte da un fondotinta che le abbelliva. Ho perso tante altre cose tutte più o meno importanti, di stagione in stagione, senza rendermene conto. Le ho scambiate guadagnandoci quasi sempre poco o niente. C'era una favola che conoscevo bene tempo fa perché mi faceva tanto ridere, probabilmente dei fratelli Grimm, che raccontava la storia di "Giannetto" (e a pensarci oggi magari si chiamava semplicemente Gianni e per averlo subito in simpatia me l'hanno fatto diventare Giannetto. M'hanno fregato). Questo era un sotto-proletario, sfigato tipo il tenente Colombo, che dopo una vita di lavoro poteva godersi finalmente la meritata pensione. Ricordando le vignette della favola posso dire con certezza che aveva smesso di lavorare relativamente giovane se pensiamo che a noi ci vogliono lavoratori fino a 70 anni! Al di là delle divagazioni polemiche, come "buona uscita" gli avevano dato, in miniera, una pepita tutta d'oro, enorme. Mentre tornava a casa, felice e fischiettante, incontra una persona che gli chiede di scambiare la pepita d'oro con un cavallo (con quello che vale l'oro oggi, da pazzi!), accetta, ma trovandolo troppo irruento e avendo preso da lui un calcio, lo scambia con una mucca che in fin dei conti era più utile per via del latte. A questo punto lui la scambia senza motivo con un maialino che a sua volta anch'esso cambia di padrone per guadagnarci un'oca. È inutile dirvi che anche il pennuto viene scambiato, a sua volta, ma per una bella pietra, una mola. Bella ed inutile. Questa pietra tonda pesava talmente tanto che, dopo essersi fermato ad abbeverarsi data la presumibile canicola estiva, poggiata male scivola nella fontana e produce un tonfo così grande che inzuppa Giannetto completamente. Un disastro.
Ecco, anche io sono una specie di Giannetto triste. Lui almeno una pensione ce l'aveva.. vabbé, s'era fumato la buona uscita con degli scambi poco fortunati ma che significa. C'è gente che si mangia tutto a carte o con gli amari e non si lamenta. Bisogna sapersi accontentare nella vita, bisogna amare le piccole cose, sentenzia qualcuno. Apprezzare le persone che vanno, quelle che vengono. E i maiali, le oche ed i cavalli stronzi che ti prendono a calci. Giannetto è tornato a casa fischiettando, alla storia non è dato sapere cosa è successo dopo e come è riuscito a tirare a campare. Sappiamo solo che non ha pianto né si è incazzato e la pietra è rimasta nel fondo della fontana. Qualche stronzo più furbo di lui se la sarà portata a casa. Vi racconto questa storia sperando che vi dica qualcosa. Per quanto mi riguarda non so nemmeno perché è venuta fuori né perché mi è tornata in mente. Forse perché è un adagio che racconta di perdite, di uno stupido felice tipo me (anche se qui per quanto riguarda la Felicità ci stiamo ancora lavorando). Giannetto detto “il fortunato” fischiava beato nonostante a casa sua non l'aspettasse nessuno. Era solo e felice, senza un alibi. Eppure anche gli stronzi ogni tanto hanno bisogno di un altro cuore che li aspetti da qualche parte, figuriamoci lui...
Questo bonaccione, a guardarlo ora, ancora se la ride.
Sarà stato il calcio del cavallo...

Commenti

  1. Ignorance is bliss, dicono... Giannetto sembra fosse proprio un'idiota (perché si che è ottimo accontentarsi di poco ed essere felici incondizionatamente, però essere cazzoni..no mola nada!)... io sono dei vostri, di quelli felici, nel fondo, qualsiasi cosa succeda..eppure quel cuore che mai mi aspetta un po' duole...

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  2. Mi ha fatto sorridere e commuovere . In fin dei conti sono convinta che il nostro Giannetto è felice e che abbia trovato pure un altro cuore ...che vale molto più di quella pepita d'oro ... Ciao Guì(Stefy)

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  3. una storia così la leggevo sempre a quel figlio meraviglioso di qualke anno che adorava ascoltarla....e ho ancora quel libro...
    Giannetto trovò,nelle sue disgrazie,sempre il lato positivo...anke quando perse tutto riflette:"ORA SONO LIBERO E LEGGERO COME UN UCCELL0".
    E,felice,si mise in cammino e giunse al paese povero in canna come quando era partito.
    eh sì....forse quel bimbo di qualke anno,ora uomo,è libero e felice xkè ha capito che il vero tesoro nn è in quello che possiede ma in quello che ha imparato dalla vita!

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  4. Be', siamo qui a parlare di Giannetto... Può valere questo una pepita? Lui è nell'eterno degli archetipi ormai...

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  5. Ciao, sono passata di qui..
    Mi piace il tuo blog.
    Ho pensato di scrivertelo.
    Magari ti fa piacere.
    O anche no.

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  6. Mi fa molto piacere, Grazie ladywriter65. A rileggerci!

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  7. Credo che domani andrò a comprarmi un cavallo...

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