Requiem ad atto unico sulla vita al tempo dei centocinquantenari (ed altre storie).

Stanno pennellando sopra le nostre teste le frecce tricolore. Faranno un quadro. Segni sull'azzurro che sembrano dei tagli: il rosso è il sangue, il bianco è il vapore dell'acqua pesante che si è stancata di vivere ed il verde sono i prati che non ci sono più, dove noi correvamo e tu mi ascoltavi. Rimangono i cieli grigi e le mie spiegazioni lasciate a metà che non so se poi terminerò, come quella volta che ti spiegavo che non me ne fregava un cazzo del tricolore e dell'onore della Nazione, che dopo la Coscienza di Classe non c'era altro. Ora che non c'è più la classe e nemmeno gli alunni dentro, io qualche volta vado a camminare per la città, lasciandomi intimidire dallo smog, dalle pubblicità e dalle crisi finanziarie. La televisione mi stanca e l'abbonamento per la palestra lo pagerò con i libri di testo (semmai dovessi andarci). Mi chiedo se ci lasceranno vivere qualcosa di questi anni anonimi, o se ci vivranno come meglio credono, come già fanno. Ci chiedevano trecento anni fa di avere il coraggio di usare l'intelletto e l'abbiamo fatto. Poi c'hanno fatto diventare anelli della catena di montaggio e senza batter ciglia l'abbiamo fatto. E così forza-lavoro diventando delle macchine, abbiamo fatto anche questo. Poi c'hanno fatto sognare di poter governare il mondo dal basso se volevamo e così fino ad oggi quando tutto è finito e le speranze si sono spente dietro i muri, i carro armati e le sere, sognando libertà inesistenti. Non stavano peggio. Almeno il filo spinato si vedeva. Tu invece ti sentivi libera ed indipendente, controcorrente, magari alternativa, quando invece non eri un cazzo, che ti contavi i soldi nelle tasche per farti i capelli come la tua attrice preferita che non avresti potuto mai essere. Tu, come tutti, avevi questo lato di te da far amare. Era il residuo culturale della casalinga anni '60 e non potevamo farci niente.
Stanotte mentre risalivo via Stalingrado, un trans mi ha chiamato 'amore' sul viale verso la stazione di Bologna. Non ricordavo che in questi anni l'amore costasse 30€. Non ricordavo nemmeno che si pagasse, figuriamoci in anticipo. Volevo parlare un po' e lui ha comunque preteso di essere pagato, ed il mondo in questo stato è qualcosa di più triste rispetto ad un muro che cade e al filo spinato. Chiediamo il pizzo anche per comunicare, se stiamo male. E chi non ha i soldi per mangiare, non esiste. Intanto, mentre scrivo queste due righe di merda, il buon governo si prepara ad una nuova guerra contro la Libia, gli daremo un nome elegante e riavremo l'Impero per le vacanze estive.


on air: Punk Islam - CCCP Fedeli alla Linea
[cit.] "Allah è grande e Gheddafi è il suo profeta!"

Commenti

  1. Fai cascare le braccia , ma hai ragione, cavolo se hai ragione!
    Cristiana

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