Una serie interminabile di circostanze del Futuro Anteriore.


Quando anche sulle puttane di Via Stalingrado farà effetto la cura palliativa del Presidente, sarà forse tardi per tutto. E avremo i vestiti addosso per due giornate, saremo come una specie di cielo grigio perenne del Lunedì, lo Spread, un fuoco d'artificio monocromatico, un fuoco amico sui cieli di Ustica senza scatola nera. Ci alzeremo dai nostri letti di umori vaghi come quando ci domandavamo se ci avrebbero fatto saltare due turni di notte, piccoli sogni impossibili, piovosi. Lavorare per comprarci un'auto nuova per andarci a lavoro.
Avremo anche speranze che voleranno alte come uccelli: copieranno i loro volteggi assurdi e ripiomberanno nel mare. Dopo aver volato per ore, stanche e disidratate, le barche a motore della marina raggiungeranno i nostri futuri per portarli a bordo e poi in un centro di prima accoglienza saranno impacchettati per l'espulsione. Anche ai nostri progetti sarà richiesto il permesso di soggiorno e se saremo fortunati lavoreranno in nero dodici ore.
Vincenzo, quello che abita in Viale Masia e che ha già imparato la legge della giungla prima che arrivi il Futuro, sa cosa vuol dire fare l'eroe: racconta senza patos del metronotte che dorme alla Pirelli, di quell'altro che il martedì chiede la parte, del rame rubato e dei soldi alzati che non bastano mai. Eroi per sbaglio, perché se una persona potesse scegliere, preferirebbe certamente essere un onesto vigliacco, una piccola opposizione, chiederebbe le otto ore.
Ma forse tutto questo, che per brevità continueremo a chiamare 'Vita', potrà apparirci come il residuo di un sogno incominciato chissà dove, che durerà poi chissà per quanto. Il residuo vago di un rifiuto della veglia, ciò che rimane del disprezzato dall'occhio vigile. Tutta un'intera vita, le sue passioni, gli amori e i furori, ci sembreranno nient'altro che un grande film di abbandonati e comparse. Allora, sapendolo, non ci stupiremo più come oggi dinanzi i cieli metallici delle industrie o le tribune politiche, davanti il saliscendi del differenziale e nemmeno dopo le esplosioni storiche (che se non pioverà il Fosforo, potranno anche sembrare degli acuti pirotecnici per questa camera degli orrori fatta Mondo).
Eppure nessuno si sveglierà, eppure nessuno saprà come mettere un freno a tutto questo. Quando nei sogni una persona viene rincorsa alla fine si sveglia di colpo per la paura. Noi, che corriamo già oggi e correremo quel tanto che basta da non lasciarci scampo, non usciremo mai dal sonno ma soprattutto dalla Produzione.
Questa, lasciatemelo dire, a me sembra una grande incongruenza.

Commenti

  1. C'è poco di lineare nell'esistenza stessa. Io sto un pò meglio da quando ho smesso di cercare una ragione a tutto. Ho detto un pò... :) Bello rileggerti ogni tanto

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    1. Ti ringrazio. Ultimamente sono poco presente.
      Ricordando le parole di Tenco: "scrivo cose tristi perché quando sono felice esco" - vuol dire che ultimamente sto inanellando molte giornate positive e scrivo più per piacere che per frustrazione. La Ballata, a periodi, riposa.

      G.

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  2. Stando a quanto dice Tenco sei felice. E questo conta più di un qualsiasi blog ben scritto.

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  3. Molto bello il tuo blog, è da un po' che ti seguo, ora anche pubblicamente, se ti va dai un'occhiata al mio blog e se ti piace ovviamente seguimi! ;)

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