α Centauri.


Quali alternative avevo? Camminavo in quella Via dedicata a nonsochì, andando pieno di aspettative verso un qualcosa che ignoravo completamente nella sua complessità. Ho preso sotto gamba quello che poi si è rivelato essere un problema nella misura in cui una persona diventa vittima e l'altra il carnefice. Ho voluto crederci. È diventato la quotidianità e mi ha regalato dei bei momenti, ma a quale prezzo? Se la prima dose in vena ti manda su Alfa Centauri, poi ti regala una dipendenza a vita e scatole di Metadone. E ti deve andar bene che non inizi a strafarti in un bar... Quanto mi è costata la prima dose che aveva un volto, una voce e delle mani? Sono qui nel bisogno di una chiarezza che non mi viene concessa. Se prima eravamo onesti alleati, ora tra nemici in tempo di pace dinamica non è concesso nemmeno un incontro diplomatico, per la pacificazione. Solo le lacrime e la freddezza di una decisione sterile, priva di umanità, a priori di qualsiasi legame umano, di ricordi. Come è possibile tutto questo? Ho bisogno di parlare, di sentire voci. Non ne ho. Non ne ho. Non mi vengono concesse. Ho bisogno di risposte. Io le darei anche al peggiore dei miei nemici. Invece sadicamente no e ancora NO. NO. Io ora non ho la forza necessaria per cambiare questo stato di cose attuale, non mi viene concessa nemmeno la grazia per salvarmi. Se sul ponte di una barca che affonda ci sono due salvagenti per due persone, tu ne prendi uno, l'altro lo getti in mare invece di passarmelo. Sprecato. Io allora cerco di non morire affogato come uno stronzo per colpe che ancora non comprendo (seppur ne abbia.. come equipararle a questi torti? Come paragonarle ad una morte in mezzo al mare?). Allora decido di tornare indietro. Tolgo le pile all'orologio a muro e inizio a girare in senso antiorario le lancette dei minuti che trascinano con sé, inevitabilmente, quelle delle ore (quella dei secondi si disinteressa, talmente effimeri) e torno a quel giorno, quella sera di quel mese di fine estate. Voglio cambiare il finale almeno sulla carta mentre affondo. Prima di cadere negli abissi con una nave che è già relitto. Mi ritroveranno. Sfigurato. E diranno: “anonimo recuperato in mare”. Ora mi fermo. Ho girato abbastanza le lancette. Giusto dieci minuti prima del primo sguardo:

Sto camminando in quella via dedicata a nonsochì, stasera ci incontreremo. Sono mediamente emozionato. Non l'ho mai vista di persona, solo una volta e anche per sbaglio. Sono vestito nel peggiore dei modi (ma allo stesso tempo nel modo più presentabile). Eccola, la vedo. Cammina sotto il porticato e non è sola. C'è un'amica. Forse due. Le faccio uno scherzo, voglio rompere il ghiaccio. Cellulare. Messaggio. Numero. Testo: “Ti vedo”. Banale ma efficace. Si girerà ed io la guarderò, lei non può riconoscermi da così lontano. Sono ben nascosto. Fruga in borsa, prende il cellulare e si gira. Sta ridendo. Le do appuntamento qui, allora, davanti al bar. È il momento. L'incontro è sacro.
D'un tratto..... mi squilla il cellulare. Sicuro è lei. No. È Marco. Mi chiede di raggiungerlo. Lei tra un po' comparirà. Ci penso un momento prima di rispondere. È il caso di incontrarla questa sera? Magari posso rimandare l'incontro per qualche bevuta con un vecchio amico. Ci penso ancora. Ma, oggettivamente, potrebbe funzionare? Impelagarmi in una possibile relazione. È il caso? Dubbi. Dubbi. Dubbi. Pieno di problematiche ed ancora dubbi. Prendo il cellulare. Balbetto sommessamente una scusa via SMS. Nemmeno il coraggio di chiamarla. Che vile che sei. Corro via. Non può funzionare. Prendo l'auto. I fari del viale si adagiano leggeri sul cruscotto. Berrò dell'Amaro Biancosarti. Al resto ci penserò, semmai. Non fa per me. Lei è troppo per me. Qualche mese dopo leggo sulla prima pagina del Corriere Adriatico: “Cadavere di un uomo recuperato in mare”.
Forse non aveva niente da fare.

Commenti

  1. Già .... i rapporti si trasformano a volte muoiono muoiono , nel migliore dei casi la fine è "ragionevolmente" lenta ed educata , ti puoi preparare , forse ti puoi ancora salvare... Il problema è che non si può girare pagina o meglio ti ritrovi si su una pagina bianca tutta da scrivere , ma le pagine precedenti non le puoi cancellare ,nel bene o nel male affondano il coltello nella tua carne ,c'è poco da fare , sei impotente . Prima o poi forse quel coltello ti sembrerà meno sadico , anzi forse ci farai amicizia o semplicemente imparerai a convivere con la sua lama ... ( Stè )

    RispondiElimina
  2. Se è un racconto di fantasia è , come sempre, coinvolgente.
    Se è reale, sei stato un pirla, vile.
    Cristiana

    RispondiElimina
  3. si molto bello , ma mi sa che a volte non ti capisco

    RispondiElimina
  4. L'HO LETTA E RILETTA...SEMPLICEMENTE AVVOLGENTE...ARRIVA DOVE DEVE...METAFORE ED ESEMPI UNICI.....GENIALE....COME TE!!!!!!!
    PS:NON è EVIDENTEMENTE PER TUTTI....

    RispondiElimina
  5. @stefania: è proprio come dici. A volte si trasformano a volte muoiono.
    @cristiana: Niente da dire sui tuoi due "se"!
    @Sunshine: Nemmeno io mi capisco.
    @Anonimo: (:

    RispondiElimina
  6. Sorrido al commento di Cristiana2011:))
    E' la prma csa che ad istinto ho pensato pure io:)

    Riflettendoci però...credo bisogna seguire l'istinto, spesso non sbaglia.
    C'erto che leggerti è sempre un piacere. I tuoi sono labirinti di spessore:)

    RispondiElimina
  7. @Nicole:ti ringrazio! Si, ovviamente la schiettezza di Cristiana non è biasimabile. Ma la mia è solo una storiella, più o meno inventata, come tutte. (Labirinti e basta)

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari