Dimensioni oniriche.


Sono giorni che non riesco a dormire più di due o tre ore a notte. Nelle pochissime ore che riesco a chiudere occhio, mi ritrovo nelle scale del condominio nella piccola provincia. È buio e le luci sono spente ma io vedo lo stesso. Mi ritrovo senza apparente motivo a seguire questa donna che appare e scompare come un'ombra. Non riesco a guardarla in volto. Non riesco a raggiungerla; e mentre mi balena l'idea che il mio tentativo di andarle incontro fallirà miseramente, mi rendo conto che il palazzo dove sono cresciuto è in realtà un enorme labirinto. Mi fermo: spossatezza e solitudine. Neanche il tempo di essere consapevole di questo, nel sogno, che lei mi passa di fianco (ed è una sensazione celestiale). Allora per non perdere metri in questa che sembra più una maratona senza possibilità di vittoria, incalzo i suoi passi e la osservo con più attenzione ora che non è più solo un'ombra ma qualcosa di simile ad una mezza persona. Mi rendo conto che non vive qui e che probabilmente non l'ho mai vista, capisco che anche lei, come me, si è persa in questo non-luogo che non è più un palazzo ma un'architettura degna del miglior Dedalo. La raggiungo. Si, è una persona, mi saluta con la titubanza tipica di quando incontri qualcuno per le scale e devi scegliere il momento migliore per salutarlo. Lei fa così ed anche io. In un impeto di coraggio non mio, la invito a seguirmi per portarla all'esterno, il percorso è lungo, lunghissimo. Sbagliando strada parliamo di qualsiasi cosa. Il sogno adesso si fa strano, non chiaro.. e mi è difficile ricordare ciò che ci siamo detti e i lineamenti del suo viso. Ho un pensiero vagamente stabile riguardo la sua tenerezza nelle parole ma il resto è vuoto. Quando, raggiunta l'uscita, se ne stava andando era notte e il cielo prendeva una piega strana, diversa, non mia. Mi chiede se tornerò a cercarla, il suo tono di voce è chiaro e sottende la voglia di rivedermi senza false illusioni. Senza promesse da marinaio. E vorrei darle questa gioia. Tornare per rivederla anche se lei ha finto di dare poca importanza al nostro incontro, per non soffrire.
Poi mi sono svegliato. Violentato e sbalzato ai ritmi scanditi dalle ventiquattrore. Tornato a questa banalità fatta di persone che corrono patetiche e si tengono occupate per dare una parvenza di utilità alla loro esistenza altrimenti misera e votata alla produzione e al dispendio. Nel tempo del sogno è sempre notte ed il buio diventa una forma particolareggiata di luce, per i sensibili. E non ci sono le otto ore. E non ci sono due settimane di ferie se va bene.
Lei forse non la rivedrò più, e che peccato darle questo dispiacere.

Commenti

  1. Mi piacerebbe fosse il mio uomo a parlare cosi di me. Piacerebbe a molte, in effetti.

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  2. Nella vita è tutto più triste. La cosa peggiore è credere di conoscere una persona. In questo mondo vuoto e privo di significato la persona che ami è rivestita di orpelli e di credenze. Finge tenerezza ma in realtà dentro è poco meno che patetica e non ha veramente nulla da dire anche se c'hai creduto per 1 giorno o 1 anno. Non fa differenza.
    Credimi, in questo mondo di bestie non c'è nemmeno un anima che possa amare senza ipocrisia.

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