stream of consciousness (I)

C'è un luogo inesistente con le vasche da bagno smurate e sporche, piene di foglie di thé che se ci metti l'acqua calda fai l'infuso di polveri sottili. Chiudiamo la finestra. Che non passi la luce inesistente e l'inverno grigio e nero. Che non passi la luce fredda come l'alba di Nordkapp. Ti parlo poco e piano, che tanto non mi ascolti. Ti parlo poco e piano che non puoi sentirmi. Io senza bocca, tu senza orecchie, né braccia per stringermi. Non hai una mano per prendermi forte. Non hai voglia di lasciarmi un livido che schiuda a nuova vita. Fuggire dal gelo e dal suo nido in queste ossa secche come rami. Che mi tengono dritto costrette da realtà meccaniche ignote e che non merito. Non si lamentano. Non mi lasciano cadere. Fanno quello che non fai tu.
Siamo. Si, amo.

Commenti

  1. C'è un filo di tristezza in queste parole.

    Un abbraccio e buon fine settimana.

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  2. Perché scrivi solo cose tristi? Perché quando sono felice esco.
    - Luigi Tenco -

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  3. Splendida questa frase, la lessi tempo fa da qualche parte.
    Grazie Irene!

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