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Mi dicevi che non ne potevi più, che dovevamo partire ed andarcene, lontani verso una libertà maggiore, discreta. Ti dissi: "vedrai, sogneremo altre americhe...", diverse dal fosforo bianco e dall'amore. Nuove americhe diverse da quella che c'avevano dato e che non ci piaceva più, sporca. Dopo certi giovedi scuri, non ti bastava più sognare i grattacieli di New York o gli anni '70 di Chicago, la città del vento da dove veniva una tale innamorata di un tuo zio più bello di me. Io ridevo. Ridevo, t'assecondavo e piangevo insieme che ormai non si distinguevano più (tanta era l'abitudine). Ogni tanto ti distraevo dicendoti che il thé alla pesca della Coop alla fine non era manco tanto male, anche quando l'acidità non mi lasciava vivere. Lo compravo sempre. Poi ti invitai, con una vergogna nuova, ad andare a giocare a palla dietro la caserma che doveva diventare vagamente un Pronto Soccorso abortito mille anni fa, dove c'erano le due porte rotte, per sognare i nostri anni '90 e le gambe sbucciate, le ginocchia sporche. Volevo farti ricordare i tempi in cui, forse, ancora eravamo vivi, quando correvamo con le biciclette e le giornate sembravano infinite...Volevo che dimenticassi il mondo illuminato dai riflettori, per guardare mezza tua vita, ed un dito della mia, entrambe di un grigio disarmante (che tu ostinatamente non volevi vedere). Ammazzavamo il tempo. Io anche me stesso, però tu volevi vivere, me lo dicevi sempre ed infatti poi sei andata via una sera, senza una lira, lasciando "me", portando via "te" e uno sgualcito "noi", che aveva l'aria della solitudine condivisa, di un lunedi, e di una vecchia unità produttiva di 'nonsoché'.

Commenti

  1. Scrivi molto bene e obblighi a riflettere su molti sogni infranti, in ognuno di noi.
    Cristiana

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  2. Anche tu possiedi una scacchiera mezza vuota? Qualche pezzo di te se l'è mangiato la regina nera, inesorabile. E ci penso al cavallo chiuso nei suoi paletti, con sta fissa di muoversi solo a L, L di legato, L di libertà che non ha. Secondo te è triste di sta cosa il cavallo o non si rende conto? Io me lo son sempre chiesta. Magari anche lui vorrebbe l'america e non ci può andare.

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  3. @Irene: tutti possediamo scacchiere mezze vuote. Pochi ne sono consapevoli.

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  4. Chissà cosa sarebbe un uomo senza il suo passato, me lo domando sempre.

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  5. @Maraptica: Nell'epoca del post-modernismo, gli anni che stiamo vivendo, l'uomo sarebbe solo ciò che possiede. L'uomo come nient'altro che la somma algebrica degli oggetti, delle cose... da quello che mangia all'IPod.. bella prospettiva, no?

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  6. Splendida. Ma... siamo molto diversi?!

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